venerdì 27 maggio 2011

le città del futuro

voglio tornare sull'argomento "futuro".
guardate come milano diventerebbe nel 3011:


bella hè?!?!?!
io nn ci sarò (neanke voi) e secondo me nn sarà così!!!   :'(

vi mando un sondaggio(cm gadget)

giovedì 26 maggio 2011

la piantina della metropolitana di milano

nel 2015 la metropolitana di milano sarà così:




nn sono riuscito a mettere quella ke avevo fatto io!!!!!!!!     :(
spero ke vi accontentiate anke di questa!!!!!    ;)

domenica 22 maggio 2011

a milano di sera!!!

Ieri sono andato a Milano e di sera sono andato al duomo!
abbiamo preso il tram 2 e siccome finiva il giro a porta volta ci ha fatti scendere tutti!! abbiamo aspettato den 40 minuti prima ke arrivasse il tram dopo!!!!!!!!!!
invece al ritorno è arrivato subito però era stra-ultra-mega-pieno!!!!!!!!!!! ciao!!


P.S.=vi mando la foto del tram su cui sono salito

giovedì 19 maggio 2011

LA SICURREZZA SUI TRENI

quando andate in treno (freccirossa o magari anke treni come il taf o tsr o pure quelli dello stato dove ci sono i dedili opposti uno all'altro) vi consiglio di mettervi al posto ke va al contrario xkè se doveste fare un'incidente avreste più possibilità di avere meno danni al corpo:la forza cinetica se vai nella direzione in avanti si scarica maggiormente su di te e così la forza può anke ucciderti.
invece se vai all'indietro la forza cinetica si concentra su di te minormente.

se ci tenete alla vostra sicurezza seguite questa regola!!!

P.S.=l'ultima frase era uno skerzo!!!! xrò se volete potete metterla in pratica!!!!!!!!

mercoledì 18 maggio 2011

I PROGETTI PER I MEZZI DI TRASPORTO DI MILANO

A Milanosono stati investiti molti nuovi modelli di autobus, filobus, tram, metropolitane:




TRAM:68 "nuovi" sirietto in linea dal 2008 ad oggi. In verità il Sirietto consiste nel sirio da 5 casse (vagoni).


METROPOLITANA: 40 nuovi convogli "Meneghino" acquistati, la più grande commessa in italia per convogli di ultima generazione.



FILOBUS: 30 nuovi mezzi con motore elettrico e "supercapacitori" che consentono il recupero dell'energia in frenata con risparmi energeticifino al 24%



AUTOBUS:ecobus.
sono quasi 130 i nuovi autobus in circolazione.
Nei prossimi giorni vi mando la piantina delle metropolitane di milano nel 2013!!! possono essere pronte entro inizio anno 2012!!!!!!!!!!!

sabato 14 maggio 2011

IL TITANIC

Credo ke sapete tutti dell'affondamento del titanic!
se la risposta è no leggete l'articolo:

La nave partì per il suo primo e unico viaggio il 10 aprile 1912 da Southampton (Regno Unito) verso New York, comandata dal capitano Edward J. Smith. Per lui, il viaggio del nuovo transatlantico costituiva l'ultimo comando prima del pensionamento, e rappresentava il coronamento di una lunga e brillante carriera durata oltre 40 anni.
Il Capitano Edward J. Smith
A causa del risucchio causato dalla partenza del Titanic, la piccola nave New York, ormeggiata nelle vicinanze, ruppe gli ormeggi e si avvicinò pericolosamente al gigante[7]. Il mancato incidente causò il ritardo di un'ora e fu visto da molti come "un triste presagio".
Dopo avere attraversato La Manica il Titanic arrivò in serata a Cherbourg, in Francia, dove sostò con tutte le luci accese, per poi partire alla volta di Queenstown (oggi Cobh) in Irlanda[7], dove caricò numerosi emigranti irlandesi. L'ultima foto del Titanic in navigazione verso New York venne presa poco prima che doppiasse la roccia di Fastnet[14].
Molti passeggeri della seconda classe si erano imbarcati nella prima su altre navi ma erano stati poi dirottati sul Titanic a causa di uno sciopero del carbone.
In prima classe erano presenti alcuni degli uomini più in vista dell'epoca. Tra questi vi era il milionario John Jacob Astor IV, il più famoso dei passeggeri del Titanic: un uomo immensamente ricco, proprietario di alcuni dei più preziosi immobili del mondo, tra cui il noto Waldorf-Astoria Hotel di New York[15].
Insieme a lui viaggiava la moglie Madeleine Force Astor[7], l'industriale Benjamin Guggenheim[16], Isidor Straus[4] e la moglie Ida, la milionaria di Denver Margaret "Molly" Brown, Sir Cosmo Duff-Gordon e sua moglie, la contessa Lady Lucille Duff-Gordon, George Elkins Widener e la moglie Eleonora, John Borland Thayer, sua moglie Marian e il figlio diciassettenne Jack, il giornalista William Thomas Stead, la contessa di Rothes; il consigliere presidenziale statunitense Archibald Butt, lo scrittore Helen Churchill Candee, lo scrittore Jacques Futrelle[4], la moglie e alcuni amici, i produttori di Broadway Henry e Irene Harris, l'attrice di film muti Dorothy Gibson e molti altri[11].
In prima classe viaggiava anche l'amministratore delegato della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, che ebbe l'idea di costruire la nave e ne scelse il nome. Era anche presente il principale progettista, Thomas Andrews, che voleva constatare di persona gli eventuali problemi del primo viaggio. Andrews perse la vita nel naufragio, mentre Ismay riusci a trovare posto su una delle scialuppe.

[modifica] Le ultime ore

L'unica fotografia disponibile dell'iceberg che affondò il Titanic, immortalato pochi giorni dopo il disastro dal marinaio ceco Stephan Rehorek.[17]

« Un po' di tempo dopo, non ricordo con precisione ma comunque parecchio tempo dopo, fu dato l'ordine a tutte le scialuppe di raggrupparsi e uno degli ufficiali disse che non erano state ben caricate. In effetti i passeggeri non erano ben distribuiti: ad esempio sulla mia scialuppa non c'era nessuno in grado di remare. L'ufficiale disse allora che, siccome non era stata caricata correttamente, l'avrebbe vuotata, trasferendo due persone su una, quattro sull'altra, tre in un'altra ancora e sei in un'ultima: e nel corso di tutti questi spostamenti, particolarmente angoscianti nel mezzo di un oceano nero per l'oscurità della notte, io mi trovai separato da mia madre. »
(Racconto di Antonio Bardetta, un superstite del Titanic.)

Il 14 aprile, dopo due giorni di navigazione, intorno alle 13:30 il capitano consegnò a Bruce Ismay un messaggio appena ricevuto dal vapore Baltic, che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic.
Il direttore della White Star non diede eccessivo peso alla cosa e giudicò sufficiente spostare la rotta del transatlantico sulla Ourward Southern Track, un corridoio di navigazione concordato per le navi di linea[18].
Alle 13:45 arrivò un messaggio del piroscafo Amerika, che inspiegabilmente non giunse al ponte di comando, mentre nel pomeriggio un altro avviso, questa volta dal Mesaba, non fu consegnato. Un terzo importantissimo marconigramma giunse infine dal mercantile Californian, che sostava bloccato dai ghiacci a poche decine di miglia a nord-ovest dal Titanic: nel messaggio veniva segnalata la presenza di un enorme campo di iceberg proprio sulla rotta del transatlantico, ma anche questo messaggio non venne tenuto in considerazione. Anzi, il marconista Phillips rimproverò l'operatore del "Californian" per aver interrotto il suo lavoro con la stazione telegrafica di Capo Race, in Terranova, impegnata nello smistamento dei messaggi privati dei passeggeri.
Intorno alle 21:00, il capitano lasciò il salone ristorante e salì in plancia: col secondo ufficiale Lightoller discusse le condizioni eccezionalmente calme del mare e ordinò di diminuire la velocità in caso di foschia, quindi si ritirò in cabina[18].

[modifica] Collisione

La prima pagina de Il secolo del 17 aprile 1912, dedicata al naufragio
Alle 23:35, le vedette Frederick Fleet e Reginald Lee[19] videro un iceberg di fronte alla nave. L'avvistamento avvenne "a occhio nudo", a causa della mancanza dei binocoli, e quindi in ritardo. La mancanza dei binocoli - si appurò al processo - era imputabile alla fretta di dover salpare da Southampton nei tempi previsti, ragion per cui non furono distribuiti a bordo già alla partenza[1].
Dopo l'avvistamento, Fleet suonò tre volte la campana e telefonò al ponte di comando. Il primo ufficiale William McMaster Murdoch virò immediatamente a sinistra ordinando di mettere le macchine "indietro tutta", ma la nave viaggiava alla velocità di circa 22,5 nodi (velocità calcolata subito dopo dal quarto ufficiale Boxhall) e non riuscì a rallentare nel tempo necessario ad evitare l'impatto, in virtù dell'inerzia cui era soggetta la massa del transatlantico.
Dopo il ritrovamento del relitto, in base alla posizione geografica si scoprì che la velocità effettiva al momento della collisione era di circa 20,5 nodi. Inoltre, a posteriori è stato ipotizzato che se Murdoch avesse mantenuto la direzione, la nave avrebbe subìto un violento impatto frontale contro l'iceberg, danneggiando i primi due compartimenti stagni e potendo probabilmente continuare la traversata verso New York. Il ghiaccio strisciò sulla dritta piegando le lamiere e provocando sei diversi squarci sotto la linea di galleggiamento.
La collisione non fu avvertita in maniera eloquente dai passeggeri, e solo chi si trovava sul ponte si accorse della presenza dell'iceberg, pur senza rendersi conto della gravità dell'evento. Il secondo ufficiale Lightoller (l'ufficiale più anziano sopravvissuto, che in quel momento si trovava a letto nella sua cabina) testimoniò di aver provato soltanto "un'interruzione nella monotonia del movimento". In seguito i superstiti descrissero l'impatto come "il rotolare di migliaia di biglie" o come se "un pezzo di stoffa si fosse lacerato". (Citazioni dal libro: "Il ritrovamento del Titanic", di Robert Ballard).

[modifica] Prime fasi dopo l'impatto

Mentre l'acqua cominciava ad invadere i compartimenti furono immediatamente chiuse le porte stagne e il capitano Smith ordinò di scandagliare la nave. Secondo gli studi compiuti durante la progettazione, la nave sarebbe potuta rimanere a galla anche con quattro compartimenti allagati in successione, ma non se ad essi se ne aggiungeva un quinto (le sei fessure aperte dall'iceberg interessarono infatti i primi cinque compartimenti prodieri).
Inoltre, le paratie stagne non superavano il ponte "E", che si trovava all'incirca a metà dell'altezza della nave. A causa di questo, l'affondamento della prua avrebbe fatto tracimare l'acqua verso gli altri compartimenti rendendo pressoché inutile il lavoro delle pompe elettriche. A quell'ora, la prua aveva già imbarcato circa 8000 metri cubi di acqua e i calcoli effettuati confermarono che il transatlantico sarebbe affondato al massimo entro un'ora e mezza. Fu dato quindi l'ordine di abbandonare la nave, evitando di diffondere il panico tra i passeggeri ancora inconsapevoli. Nonostante lo spegnimento delle caldaie e il terribile "sibilo del vapore che fuoriusciva dalle valvole dei fumaioli" (citazione di Lawrence Beesley, uno dei sopravvissuti), la situazione sembrava ancora relativamente sicura. Per cercare di contenere il panico, l'orchestra si posizionò nel salone di prima classe e cominciò a suonare musica sincopata; si spostò poi all'ingresso dello scalone sul ponte lance.
Il Titanic era dotato di 20 scialuppe per una capacità totale di 1178 persone, non sufficienti per i passeggeri e l'equipaggio (appena un terzo del totale imbarcabile).
Le operazioni di carico delle scialuppe si svolsero rispettando la regola del "prima le donne e i bambini".[20][21] La prima scialuppa fu calata in mare alle 00:40 dal lato destro con sole 28 persone a bordo e poco dopo una con solo 12 persone, sebbene le loro capacità fossero di sessantacinque passeggeri, sprecando quindi tre quinti dei posti disponibili, molte delle scialuppe vennero calate in mare mezze vuote.
I passeggeri di prima e seconda classe ebbero facile accesso al ponte lance tramite le scale che conducevano al ponte, mentre i passeggeri di terza ebbero notevoli difficoltà a trovare il percorso. Del totale dei passeggeri di terza classe, se ne salvò solo un terzo, dando origine alla "leggenda", supportata da alcune testimonianze, secondo cui vennero intenzionalmente trascurati.[22]
Alcuni passeggeri tentarono di assaltare le scialuppe ancora disponibili, e il quinto ufficiale si vide costretto a sparare alcuni colpi di pistola per allontanare la folla.
La posizione registrata del Titanic al momento dell'impatto fu 41º 46' N 50º 14' O. Il relitto fu trovato alle coordinate 41º 43' N 49º 56' O.
Gli operatori marconisti Jack Phillips e Harold Bride inviarono ininterrottamente il segnale morse SOS, il nuovo segnale di soccorso che aveva sostituito ufficialmente dal 1908 il precedente segnale, il CQD. In realtà i marconisti si servivano raramente del nuovo segnale, che cominciò ad essere utilizzato universalmente dopo che Harold Bride lo usò a bordo del Titanic. A quell'epoca, inoltre, non tutte le navi avevano un servizio radio. Diversi bastimenti risposero tra cui il gemello Olympic[23], ma erano tutti troppo lontani per intervenire in tempo.
La nave più vicina era il Carpathia, distante 50 miglia; il suo marconista restò allibito quando ricevette un messaggio di soccorso dal celebre transatlantico al viaggio inaugurale, e svegliò il capitano Arthur Rostron per comunicare la notizia. Subito fu dato ordine di invertire la rotta e dare tutto vapore, ma il Carpathia sarebbe giunto sul posto in non meno di quattro ore. In uno degli ultimi messaggi spediti al Carpathia, come una sorta di implorazione il marconista inviò: "Ti prego di fare presto, amico. La sala macchine è allagata, stiamo affondando di prua."
Un'ora dopo l'impatto con l'iceberg, il Titanic aveva imbarcato almeno 25 milioni di litri d'acqua e la situazione cominciò ad assumere aspetti drammatici; il ponte di prora si stava inondando e tutte le scialuppe tranne due si erano già allontanate; a bordo rimanevano ancora più di 1.500 persone.
Archibald Gracie ricorderà in seguito che l'orchestrina di bordo continuò a suonare almeno fino all'1.40 circa. La signorina Katherine Gold (una cameriera che si trovava a bordo di una delle lance) vide da lontano tanti uomini seduti sul ponte A al suono di un ragtime. Udì anche un valzer ma non ricordò quale. (Citazione dal sito: "Titanic", di Claudio Bossi).
L'ultimo brano suonato dall'orchestra fu un inno religioso, forse "Autunno" o più probabilmente Nearer, My God, to Thee ("Più vicino a te, mio Dio"). Particolarmente preziosa è la recente testimonianza di Eva Hart, che all'epoca del disastro aveva 7 anni:

« Non c'è dubbio su quello che suonarono. Quando eravamo in acqua si misero a suonare una delle tre versioni di Nearer, My God, to Thee. Ne esistevano tre diverse versioni e quella che eseguirono la ascoltavo sempre in chiesa con mia nonna. In America quella versione non c'era ed è per questo che gli americani sostengono che non era quello il motivo suonato. »
(Intervista riportata nel documentario "La tragedia del Titanic", dalla collezione DeAgostini "Le grandi avventure sui mari".)

 Fasi finali dell'affondamento

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, e tramite le ricostruzioni effettuate grazie al relitto, si è stabilito che verso le 2.00 la prua della nave era completamente sommersa, con la poppa fuori dall'acqua. Poco dopo, il capitano - prima invitò tutti ad esser galantuomini ("Be English !", "Siate Inglesi !") - quindi, diramò l'ordine "Si salvi chi può" ("Save yourselves, if you can !"), liberando l'equipaggio dal suo lavoro e ritirandosi in plancia.
Poco dopo le 2.00, il secondo ufficiale Lightoller tentò di calare in mare il battello pieghevole B arrampicandosi sul tetto degli alloggi ufficiali, ma non ci riuscì. Il pieghevole A venne portato via dalle onde galleggiando capovolto. Il D venne calato in mare con 44 persone a bordo (la capacità era di 47) dopo che Lightoller e i suoi marinai lo difesero dall'assalto dei passeggeri tenendosi per le mani e formando una catena umana (citazione dal libro "Il ritrovamento del Titanic", di Robert Ballard). Queste lance erano le ultime scialuppe rimaste a disposizione.
L'affondamento in una stampa dell'epoca, opera del pittore tedesco Willy Stöwer.
Verso le ore 2:10 la poppa si era sollevata al punto da formare un angolo di 30º con la superficie del mare, stagliandosi contro il cielo stellato. La forza terrificante generata dall'emergere dello scafo provocò lo schiacciamento della chiglia e la dilatazione delle sovrastrutture, che portarono lo scafo quasi al punto di rottura. Secondo i calcoli effettuati dagli scienziati della spedizione del 1997, sul Titanic agì in quel momento una pressione di tre tonnellate per centimetro quadrato. La ciminiera di prua si staccò, mentre l'acqua ruppe i vetri della cupola e inondò lo scalone riversandosi nella nave.
La temperatura era di circa 0 gradi e tutti coloro che erano in mare avrebbero potuto resistere al massimo 10 minuti prima di assiderarsi, e infatti, gran parte dei naufraghi morì appunto per congelamento e non per annegamento, dato che quasi tutti indossavano il giubbotto salvagente. Nessuno fu vittima degli squali (peraltro presenti anche a quelle latitudini). Come testimoniano i reperti fotografati nel 1985 dal batiscafo di Ballard, molte persone perirono seguendo i tronconi del relitto nella loro corsa in fondo all'oceano (evidentemente, non fecero in tempo ad abbandonarli), ma nessuno fu vittima del risucchio che si crea al momento della scomparsa di detti tronconi al di sotto del livello dell'acqua.
Alle 2:15 le luci della nave si spensero e si udirono rumori cupi come di "strappi e fratture", come se le caldaie e le macchine si fossero staccate dalle loro sedi precipitando in avanti. La poppa sembrò improvvisamente inclinarsi e ruotare, evidente segno che lo scafo si era spezzato in due tronconi. Dopo la rottura, l'acqua penetrò all'interno e velocizzò l'affondamento del troncone di prua, consentendo alla poppa di rialzarsi assumendo una posizione quasi verticale (90 gradi)[24].
Il testimone oculare Jack Thayer, da bordo di una lancia, rese questa testimonianza:

« Il ponte era leggermente girato verso di noi. Si vedevano mucchi dei quasi 1500 passeggeri rimasti a bordo che si affastellavano come sciami d'api, ma solo per ricadere a gruppi, a coppie, da soli, mentre circa 80 metri di scafo si alzavano formando con la superficie un angolo di circa 70°. Poi la nave, e con essa il tempo stesso, sembrarono fermarsi. Infine, gradualmente, il ponte si girò, come a voler nascondere l'orrendo spettacolo alla nostra vista. »
(Citazione dal libro: "Il ritrovamento del Titanic", di Robert Ballard.)

Alle 2:20 il Titanic si inabissò definitivamente nell'oceano. Una sola scialuppa, la numero 14, sotto il comando del Quinto Ufficiale Lowe, tornò indietro salvando 6 persone, una delle quali però, il signor Hoyt, morì un'ora dopo.
I due tronconi, staccatisi appena la prua fu sommersa, giunsero sul fondo con modalità differenti: la sezione di prua, ancora intatta nella struttura, affondò per prima ed iniziò la discesa mentre le sezione poppiera iniziava ad imbarcare acqua e si trovava ancora emersa. La sezione prodiera, pertanto, planò per 3800 metri perdendo le due restanti ciminiere quando la pressione dell'acqua riuscì a vincere la tenuta delle saldature, vale a dire verso i 300 metri di profondità; la punta si conficcò per 18 metri nel fango, arandolo, mentre la parte posteriore della prua si accasciò facendo accartocciare le lamiere di entrambe le fiancate.
Il contraccolpo dovuto all'impatto sul fondale limaccioso sradicò l'albero di prora facendolo abbattere sulla sala comando. Il troncone di poppa, invece, fu completamente devastato. Esso discese verticalmente roteando su se stesso. La repentina pressione dell'acqua e dell'aria lo fece letteralmente "esplodere" già durante la discesa. La carena dello scafo, pesantissima a causa delle motrici alternative (che erano rimaste al loro posto), si schiantò sul fondo con una tale violenza che i ponti crollarono l'uno sull'altro. Nelle ore successive, i detriti raggiunsero il fondale e si posizionarono intorno al relitto.

martedì 10 maggio 2011

IL DISASTRO DELLA MOBY PRINCE

So ke nn è un bell'argomento  xrò mi sembra giusto parlare anke dei fatti brutti ke sono avvenuti nei cieli,nei mari e nelle strade.
oggi voglio parlarvi della Moby Prince.

leggete l'articolo:

Alle ore 22:03 del 10 aprile 1991, il traghetto Moby Prince, in servizio di linea tra Livorno e Olbia, mollò gli ormeggi per la traversata. A bordo era presente l'intero equipaggio, formato da 65 persone agli ordini del comandante Ugo Chessa e 75 passeggeri. Il traghetto, durante la percorrenza del cono di uscita del porto, colpì con la prua la petroliera Agip Abruzzo, penetrando all'interno della cisterna numero 7, contenente circa 2700 tonnellate di petrolio Iranian Light . Alle ore 22:25, il marconista di bordo lanciò il Mayday dal VHF portatile, e non dalla postazione radio, dato che, come stabilito anche dal punto in cui fu ritrovato il cadavere, al momento dell'impatto non si trovava in sala radio.
Parte del petrolio fuoriuscì allargandosi in mare e incendiandosi, mentre la parte di petrolio sopra il livello di galleggiamento della petroliera venne spruzzato sul Moby Prince, incendiandolo.
Non è possibile stabilire esattamente quanto greggio sia stato "spruzzato" sul Moby; secondo l'ingegnere Del Bene, nominato come consulente di Parte civile nel processo, si trattò di una quantità compresa tra le 100 e le 300 tonnellate.
Dopo lo scontro, la petroliera accese i motori e si disincagliò dal traghetto, favorendo però con lo spostamento, una maggiore fuoriuscita del petrolio.L'incendio sprigionatosi all'esterno della nave probabilmente penetrò all'interno del traghetto a causa della rottura di due coperchi che separavano la coperta prodiera dal garage superiore (probabilmente fino al locale eliche di prua).Tuttavia l'incendio non si propagò subito a tutta la nave, in quanto il Moby Prince era provvisto di paratie tagliafuoco per impedire la propagazione delle fiamme. Si stima che le fiamme siano arrivate all'altezza del salone De Lux (dove sono state ritrovate gran parte delle 140 vittime) in un tempo sicuramente superiore alla mezz'ora. I soccorsi partirono in mare solo dopo le ripetute richieste di aiuto da parte dell'Agip Abruzzo. Il relitto della Moby Prince non venne individuato fino alle ore 23:35. Il Moby Prince, con i motori ancora in funzione, percorse ancora alcuni metri, allontanandosi dal punto d'impatto e iniziando a girare in senso circolare e rendendo ancora più difficoltosa la sua individuazione.
Si appurò, in seguito, che l'equipaggio fece sistemare, in attesa dei soccorsi (attesi in brevissimo tempo, visto la vicinanza delle banchine del porto), gran parte dei passeggeri nel salone De Luxe posto a prua della nave e dotato di pareti e porte tagliafuoco. Le fiamme provenivano appunto dalla parte anteriore della nave e, raggiunto il salone, lo "scavalcarono", passando intorno e infiammando tutti gli arredi e le strutture circostanti al suo perimetro. In questo modo il salone De Luxe si trovò esattamente al centro dell'incendio e, quando l'equipaggio si accorse del ritardo dei soccorsi, non fu più possibile evacuare le persone dall'uscita posteriore del salone, tanto meno da quella anteriore, già luogo di provenienza delle fiamme. Gli esami tossicologici rilevarono inoltre un elevatissimo tasso di monossido di carbonio nel sangue delle vittime, sintomo del fatto che in molti sopravvissero per ore (anche in stato di incoscienza) all'incendio, e non tutti quindi morirono a causa delle fiamme nel giro di pochi minuti dall'impatto.
Un fattore che ha contribuito in maniera importante alla mortalità sul traghetto è stato di sicuro il fumo nero e denso originato dalla combustione del petrolio e dei materiali plastici, e in misura minore i gas prodotti dall'evaporazione del petrolio che, concentrati in ambienti ridotti come quelli di un traghetto, hanno aumentato il loro potere soffocante. Ad aggravare la presenza dei fumi e dei gas è poi intervenuto il sistema di aria condizionata e di aria forzata in circolazione sul traghetto, rimasto accesso durante tutto l'evolversi dell'incendio (fu trovato ancora in funzione il giorno dopo l'incidente), che ha distribuito il fumo e i gas tossici anche negli ambienti della nave non direttamente interessati dall'incendio.
Percorso dell fuoco sul traghetto, con al centro la zona sicura del salone De Lux