martedì 19 aprile 2011

MEZZI DEL PASSATO: LA 1° LOCOMOTIVA

Il viaggio tra binari e 

vapore


Giorgio Stephenson 1804 in piena rivoluzione industriale un certo ingegnere inglese di nome Richard e di cognome Trevithick costruì la prima locomotiva della storia. E' da questo momento che parte la "svolta umana", l'inizio di un lungo periodo di viaggi sempre più moderni, sempre più lontani, sempre più veloci.
Trevithick costruì la prima locomotiva ma Stephenson andò oltre, l'adattò al mondo, la inserì in un paesaggio di passeggeri, vagoni e treni merci e la chiamò "Rocket".
La grande invenzione della locomotiva, e non c'é dubbio, era la consapevolezza dell'uomo di poter andare dappertutto, partendo da due binari… era forse la consapevolezza di poter andare più veloce, sempre più veloce...

La prima locomotiva viaggiava grazie al vapore... proprio il vapore... Prima della locomotiva, di Stephenson e di Trevithick, ci sono altre persone, altre scoperte tutte fondamentali a far partire e a far viaggiare un ammasso di ferraglie come poteva essere la "Rocket",  così ripercorrendo a ritroso questa storia troviamo le invenzioni e i miglioramenti delle macchine a vapore.
 
 
La macchina di Newcomen La macchina di SaveryLe prime macchine a vapore furono usate da sempre persino da Erone d'Alessandria intorno al 100 a.C. e poi si susseguirono Papin nel 1690, Savery
che con la sua macchina doveva buttar via l'acqua da una miniera, e poi Newcomen.
Newcomen migliorò la macchina di Savery che comportava un inconveniente: l'uso del vapore ad alta pressione portava notevoli rischi di esplosioni.
  
La macchina di Watt 
Newcomen ne costruì una, di macchina a vapore, a bassa pressione, con uno stantuffo dotato di contrappeso che alleggeriva la spinta verso l'alto causata valvola e veniva spruzzato un getto d'acqua fredda in modo da abbassare la temperatura, far condensare il vapore e far scendere lo stantuffo. Questa macchina, o meglio, questo motore fu molto usato in Inghilterra, ma non era un buon motore perché bruciava molto carbone per compiere poco lavoro, ma la richiesta di macchine per estrarre acqua nelle miniere era molto alta.

Nel 1765 James Watt capì che nella macchina di Newcomen c'era un problema: l'elevata temperatura delle pareti del cilindro, ciò era dovuto al fatto che la maggior parte del calore si perdeva nel riscaldamento delle pareti che in seguito dovevano essere di nuovo raffreddate quando si iniettava acqua fredda per condensare il vapore.  
 
Watt ne costruì un'altra in cui il vapore del cilindro, dopo aver spinto su il pistone, veniva convogliato in un contenitore separato per essere condensato. Questo accorgimento fu un piccolo e decisivo passo per lo sviluppo delle macchine termiche: si riuscì a compiere il doppio del lavoro della macchina di Newcomen con lo stesso combustibile; tutto questo permise a Watt di accrescere la sua fama.
E' certo che la scoperta di Watt non si esaurì così facilmente infatti più tardi, nel 1781, brevettò i primi modelli per trasformare il moto alternativo dello stantuffo nel moto rotatorio di un albero.
Da questo punto la strada si divise per dar luogo da un lato all'invenzione di Trevithick e dall'altro, con Parson, si riuscì a costruire la prima turbina a vapore che utilizzava, appunto, il vapore per produrre direttamente un moto rotatorio.

Un antico treno

"Le macchine termiche, quindi non fanno altro che trasformare energia da una forma ad un'altra e questo trasferimento è detto lavoro... il vapore si espande e compie lavoro sul pistone poiché assorbe il calore ceduto dal combustibile che brucia... si arriva così a definire il rapporto tra il lavoro compiuto e l'energia assorbita, in altri termini si definisce il rendimento di una macchina termica".

 
Fino al 1940 le macchine a vapore fornivano la forza motrice alla maggior parte delle locomotive utilizzate sulle linee ferroviarie, da allora, però, la costruzione di locomotive a vapore fu sospesa e i veicoli esistenti ritirati per cedere i binari a locomotive diesel che avevano un rendimento maggiore, una produttività più elevata dato che non richiedevano fermate per il rifornimento d'acqua e di carbone.
La necessità del commercio e del trasporto indusse a creare locomotive sempre migliori, ed è dalla necessità del commercio, dello scambio che nasce il viaggio, la ricerca di ciò che non si possiede, la ricerca di nuovi orizzonti e nuove terre, la ricerca di altri limiti...


Allucinante vero???

spero ke vi sia piaciuto!!!

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